Te lo chiedi?
Questa newsletter è una mia velleità che cerca di essere puntuale nelle risposte anche se è spesso in ritardo sulle domande.
Io no, io spesso alcune domande proprio non me le pongo. Poi, per caso, mi arriva una risposta, a una di queste domande che non mi sono posta, e allora Marito da un’altra stanza mi sente urlare “aaaaaaah ecco, ma tu lo sapevi?”. E spesso la sua risposta è un “sì, certo, lo sapevo”. E io non ci resto neanche male, perché già lo so che lo sa e che sono io che non mi chiedo le cose e quindi le scopro tardi.
Mi capita il più delle volte con quelle questioni che prendono piede velocemente e che quindi vedi succedere o vivi, senza necessità che tu ne conosca l’origine o che le comprenda davvero.
E non mi frustra neanche più tantissimo, ti confesso, perché mi sono resa conto che su certi temi non sapere non ti cambia molto, perché non è socialmente invalidante, non ti isola.
L’unica cosa che mi preoccupa è che, se sono fuori dal mondo su un tema non indispensabile, magari sono fuori dal mondo anche su temi seri, importanti. Ecco, in questo senso, quando scopro il significato di qualcosa che per gli altri è già assodato, mi sale una lieve ansia, sì. Ma tanto poi mi metto ad approfondire il tema e così mi distraggo.
Tipo non mi sono mai, mai, mai chiesta da dove cacchio è arrivato il Black Friday. A un certo punto c’era, io ero già adulta e non ho chiesto a nessuno “scusate ma che è il Black Friday?” perché tutti già lo sapevano e quindi pure io lo sapevo, cioè sapevo che c’erano degli sconti e quindi che senso ha porsi delle domande, vediamo cosa posso comprare.
Il consiglio prezioso
Money can't buy happiness: Bah, boh.
Riflettevo
Poi, un paio di settimane fa, ho iniziato a ricevere una quarantina di email al giorno con offerte, anticipazioni e sconti imperdibili, e quindi mi sono iniziata a chiedere una cosa tipo “ma quando cade il Black Friday quest’anno?”, manco fosse Pasqua. E mentre gli occhi mi si riempivano di banner e pop-up, nella testa si faceva spazio non tanto la tentazione di comprare qualsiasi cosa ma piuttosto quella di resistere e, per quest’anno, non comprare nulla.
Ti dico subito che ci sono riuscita, non ho ceduto. E hanno sicuramente aiutato tutti gli articoli su come evitare di prendere fregature, o meglio i titoli di questi articoli, visto che non li ho neanche aperti, impegnata com’ero a svuotare la casella dello spam e tirarmi fuori da gruppi whatsapp di negozi dove avrò comprato forse una cosa nel 2012.
Sì, questi titoli mi avranno aiutato, ma in realtà era più di un anno che leggevo articoli su come evitare di spendere a caso. Perché durante il lockdown ero rimasta affascinata, ma anche un po’ spaventata, dalla gioia che provavo quando un qualsiasi nuovo oggetto faceva ingresso in casa. E mi ero cominciata a chiedere se fosse sano, normale.
E non so se durante il lockdown abbiamo tutti provato le stesse identiche cose o se sono diventata più banale io o se semplicemente avevo il tempo di leggere contenuti su qualsiasi argomento mi saltasse in testa, fatto sta che davvero c’erano mille articoli su gente che si rendeva conto della stessa cosa e, nei casi più estremi, decideva di non comprare più nulla.
Costretta poi h24 allo spazio limitato di casa, mi ero resa anche conto, pure qui in buona compagnia, di quanto gli oggetti inutili mi rendessero la vita un inferno. E quindi giù a pianificare monumentali decluttering (mai pienamente realizzati poi, lo sai) e a maledire tutti gli acquisti incauti degli anni passati.
Però mi ricordo che, prima di questa sorta di ascesi de’ noantri, i contenuti da cui mi lasciavo rapire erano ben diversi. Mi lasciavo ad esempio convincere volentieri da chi diceva che lo shopping fosse terapeutico, che riducesse l’ansia e, sì, senti, che facesse addirittura dimagrire.
E mi rendo conto anche da sola che dopo un pomeriggio di shopping il mio umore migliora parecchio. Quindi sì, è vero, confermo la teoria.
Poi però questi acquisti meravigliosi, che entrano in casa tua come pezzi unici, piano piano smettono di entusiasmarti e vanno nel tempo ad alimentare un cimitero di oggetti qualsiasi, spesso inutilizzati. Anche i più belli, quando non sono più nuovi, diventano banali, incolori.
Sai perché succede? È colpa dell’hedonic treadmill (ovvero il tapis roulant edonico), un meccanismo per cui un evento positivo ti rende felice, sì, ma per un certo lasso di tempo. Poi questa sensazione di gioia si affievolisce e ritorni al tuo livello standard di felicità, quello che avevi prima dell’evento stesso.
Quindi corriamo e corriamo alla ricerca della felicità ma in realtà restiamo sempre sul posto.
E così succede per lo shopping: comprare qualcosa ci appaga sul momento ma la gratificazione si attenua fino a sparire col passare del tempo. E l’unico modo per mantenere viva quella sensazione di gioia è comprare subito qualcos’altro.
Sì, ma quindi che è il Black Friday?
Ecco, ho deciso che mi rispondo qui, in una rubrica a parte, perché tu quasi sicuramente sai già tutto quello che c’è da sapere e voglio lasciarti la possibilità di saltare a piè pari la sezione.
Dunque, che fosse il giorno in cui ci sono sconti ovunque e che la ricorrenza fosse nata negli Stati Uniti lo sapevo già, così, senza aver fatto alcuna ricerca.
Che cadesse sempre il venerdì dopo il giorno del ringraziamento non l’avevo messo a fuoco, ti dico la verità. Ma ci può stare che mi sia sfuggito, perché io l’unica cosa che associo al giorno del ringraziamento è la festa del grazie di Boris.
Su com’è nata la ricorrenza, e sul perché dell’aggettivo black, ecco che pur documentandomi non mi so dare una risposta precisa, perché ci sono diverse teorie.
La prima è che il nero si riferisca al profitto che i commercianti finalmente realizzavano in questa giornata di prime compere natalizie, dopo un anno in perdita (in rosso).
La seconda è invece quella che si riferisce al nero inteso come funesto, e deriverebbe dal fatto che il venerdì dopo il ringraziamento molti operai si davano malati o comunque non andavano a lavorare, creando così non pochi problemi alla produzione.
Secondo un’ultima teoria, la più accreditata sembra, questo venerdì veniva definito nero dalla polizia di Philadelphia, che doveva gestire i mostruosi ingorghi di traffico che si creavano nella prima giornata di shopping natalizio.
Indipendentemente dall’origine del nome, il motivo per cui i negozi negli Stati Uniti offrono in questo giorno sconti pazzi è per catturare orde di acquirenti impazziti. Fila.
Nel resto del mondo il Black Friday si è diffuso grazie alle grandi piattaforme di e-commerce, prima tra tutte ovviamente Amazon, ma sembra che anche Apple abbia contribuito molto all’inizio.
Insomma, mistero risolto possiamo dire, no?
Poi resta da approfondire tutta la questione dell’eticità di questa pratica commerciale e delle enormi critiche che la circondano. Ma magari mi metto un reminder e ci penso l’anno prossimo.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
⬆️ Questa me l’ha mandata Edoardo da Disneyland Paris 😍
⬆️ Questa me l’ha mandata Teresa da Crotone 🥲
⬆️ Questa l’ho fatta io che ho una vita di merda mi sa 🤦🏻♀️
Du spicci
E no, oggi no.
Saluti
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