Oh, abbiamo un nuovo Presidente della Repubblica. Quello che volevano più o meno tutti e che avevamo già. E forse dovremmo commentare solo questo oggi ma non ne ho alcuna voglia: cosa potrei aggiungere alle circa 56 ore di maratone Mentana in 6 giorni? Niente, non potrei aggiungere niente. E allora ti parlo di tutt’altro, così tu ti distrai un attimo e io non interrompo la mia di maratona.
Sì, perché questi sono giorni in cui, anche se continuo sempre a guardare un po’ indietro, mi sembra comunque di procedere a un ritmo più veloce del solito. E la sensazione è piacevole per un verso, perché mi sento un’energia sorprendente addosso, ma ha anche dei lati negativi perché faccio mille cose e penso a mille cose, e questa iperattività un po’ mi stanca, un po’ mi agita, un po’ mi preoccupa.
ah che bella foto d’epoca
Sembra che il mio cervello stia facendo rafting tra buone idee, urgenze, momenti di illuminazione e approfondimenti verticali. E per ora posso dire che queste rapide le sto domando, tutto sta filando liscio.
Per carità, c’è sempre la paura di perdere il ritmo o di inciampare. La cosa curiosa però è che questa paura e le preoccupazioni salgono in superficie solo quando mi fermo. E spesso la ricerca di una soluzione, a quello che nella mia testa potrebbe andare storto, è la molla che mi fa attivare di nuovo, interrompendo la pausa e spingendomi a ripartire.
La differenza rispetto a tutte le altre volte (ne sono consapevole, cosa credi?) in cui ti ho parlato della mia innata vena pessimistica è che questa volta non voglio parlarti di pessimismo. Pazzesco, vero?
No, non te ne parlo. Perché non sto pensando a questo.
Sto pensando invece a quella sensazione di trance in cui mentre ti muovi e fai le cose non ti preoccupi di come andranno a finire ma le fai e basta. Invece di farti trascinare dal problema ti fai piuttosto assorbire dalle soluzioni e sei lì che vai avanti, anche se guardi a destra, sinistra e indietro (sempre indietro, è importante, insisto).
Il consiglio prezioso
Momentum: Non fare la cazzata di guardarti dall’esterno, ormai hai iniziato e ti sta pure piacendo.
Riflettevo
Mi sa che è il flow, uno stato mentale in cui ci si immerge così tanto in un’attività che è la concentrazione stessa a darti motivazione, energia e gratificazione.
E ho scoperto che la teoria del flow è il frutto degli studi di uno psicologo scomparso di recente, il cui nome mi fa ringraziare il cielo che questa sia una newsletter e non un podcast: Mihaly Csikszentmihalyi.
Sono quasi sicura che sia il flow perché riconosco alcune delle sue caratteristiche in quello che sto vivendo:
Per una volta mi sembra di avere un obiettivo definito (almeno nel lavoro in questo momento) che è sfidante ma non impossibile;
Ho feedback immediati rispetto agli sforzi che faccio e questo mi dà un quadro piuttosto chiaro dei progressi che compio;
Mi concentro così tanto che mi sembra di vivere in una realtà parallela, dove il tempo va per conto proprio;
Non mi pongo sfide irragionevoli ma le setto in base alle mie capacità, e alzo l’asticella man mano che miglioro.
Insomma, una bomba, no?
Ho un po’ paura delle distrazioni, perché di solito tendo a distrarmi facilmente. Ma finora non è capitato e poi dovrei poter contare sulle proverbiali abilità di multitasking che mi appartengono in quanto donna (e di questa teoria abbiamo un meraviglioso esempio qui).
E ho anche paura delle battute di arresto, perché so che mi demoralizzano parecchio. Ma in fondo perché mai dovrei fermarmi?
Perché capita.
Capita nello sport ad esempio, un campo in cui il flow è fondamentale non solo come piacevole sensazione che accompagna la performance, ma anche come motore propulsore e garanzia di risultato. E quando il meccanismo si inceppa, quando perdi il flow, rischi il blocco. Lo stop definitivo. I tuoi muscoli si scordano quello che sanno fare da sempre e tu perdi le coordinate e il senso della realtà (o il senso di quell’altra realtà parallela in cui tutto scorreva fluido). Questi blocchi sono conosciuti come yips, o twisties e, all’improvviso, rendono impossibile tutti quei movimenti che fino a un secondo prima potevi compiere a occhi chiusi, senza neanche pensarci.
Ora non voglio accostare il mio lavoro alle performance di Simone Biles, certo, però un po’ di timore di perdere la concentrazione e il controllo lo avverto.
Ed è per questo che farò di tutto per assecondare questo momento, godermelo e gestirlo al meglio. Tu tienimi d’occhio e fammi notare se la prossima settimana mi vedi giù di tono.
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
The Call - il trailer del Super Bowl Halftime Show
Immagino che, mentre leggi di flow, un po’ di voglia di uscire dall’immagine di me che lavoro con entusiasmo ti sia montata dentro. Lo capisco, diamine.
E magari ti aspetti, prima di lasciarti andare al tuo di flow, almeno un accenno alla prima cosa che di solito viene in mente quando si parla di flow e cioè al rap e, più in generale, alla cultura hip hop.
Dai, ammettilo, anche se all’epoca non ne eri fan adesso un po’ ti piace. Magari non si può definire un vero avvicinamento però ne riconosci il fascino. Su, nemmeno un pochino?
Ecco, io ti confesso che questo fascino l’ho sempre subito. E non puoi capire l’entusiasmo che ho provato quando ho visto questo:
È il trailer di Pepsi per l’Halftime Show del Super Bowl, con Dr. Dre, Eminem, Snoop Dogg, Lamar e Mary J. Blige.
Non ti senti esplodere il cuore?
Ok, forse per te è non significa molto ma io sono impazzita quando, a giornata conclusa, in procinto di andarmene a dormire dopo un’altra giornata in trance da lavoro, Claudia me l’ha inviato all’improvviso facendomi sgranare gli occhi, poi ancheggiare timidamente e infine ballare scatenata in pigiama, con la sensazione di aver risalito la corrente ed essere tornata supergiovane.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
Questa settimana con sole opere in prestito dalla collezione privata di Edoardo
Du spicci
Credo di aver trovato la carta da regalo più bella del mondo.
SayPaper - € 22
Saluti
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