Da quando ho iniziato questa newsletter ho scoperto che i microdrammi e gli intoppi possono diventare materiale di cui scrivere e, solo per questo, risultare meno rognosi.
Si parla spesso del potere terapeutico della scrittura, del tenere un diario, ma il meccanismo per me sta funzionando al contrario. Non è che ripercorrere problemi e questioni mi faccia bene o aiuti a esorcizzare. Forse sì, può darsi, ma non è questo il punto.
La verità è che, come uno sciacallo, guardo il piccolo disastro a cui sto andando incontro e penso “mmmm carne fresca per il mio post”. È il meccanismo alla base della tv del dolore che però, siccome lo applico ai miei personalissimi piccoli disguidi, non credo possa essere oggetto di stigmatizzazione. Insomma, non mi giudicare.
E ora c’è il coprifuoco. E proprio mentre c’è il coprifuoco io sto uscendo allo scoperto con circospezione: ho mostrato 40circacirca a un po’ di amici, ho aperto (rigorosamente in ritardo) la pagina Instagram e, grazie a quest’ultima, mi sono affacciata su un mondo non mio. Ho iniziato a seguire account che con il mio profilo personale non seguo, e adesso mi appaiono contenuti meravigliosi che non conoscevo. E così, oltre a uscire allo scoperto, mi sono anche affacciata su una bolla nuova. Un successone.
By the way. Nel Medioevo le autorità imponevano agli abitanti di alcune città lo spegnimento del fuoco (inclusi lumi e lanterne) durante le ore notturne, per ridurre il rischio di incendi. Da qui il termine coprifuoco, che è rimasto uguale anche quando l’imposizione si è evoluta nel divieto di uscire per motivi di ordine pubblico. Il coprifuoco è stato imposto per l’ultima volta in Italia il 25 luglio 1943 ed è durato fino al 1944. Le conseguenze della trasgressione erano un pelino più severe rispetto a oggi: si rischiava l’arresto, il deferimento al tribunale militare e persino la morte.
Il consiglio prezioso
Roller Skating: Allarga la tua bolla e riempi il tuo feed Instagram di gente che pattina.
Riflettevo
Pare che la teoria della bolla informativa o bolla di filtraggio sia già quasi superata. Si tratta della tesi secondo la quale su internet, e in particolare sui social network, siamo portati a vedere solo quello che ci è vicino e, di conseguenza, a radicalizzarci nelle nostre posizioni. Tutta colpa dell’algoritmo.
Ma, come dicevo, sembra che la teoria sia stata smentita da alcuni studi e solo un certo tipo di utenti si trovi a confrontarsi con opinioni per la maggior parte simili alle proprie.
Insomma, ci mettiamo del nostro. Io ad esempio ammetto di avere la tendenza a ripararmi dall’avverso. Quando leggo opinioni stupide, o che giudico politicamente/eticamente inaccettabili, mi sembra terapeutico scartarle e silenziare le sciocchezze. Anche perché l’alternativa sarebbe polemizzare e ingaggiare faide a suon di commenti. No, che fatica, non mi va per niente. E quindi mi creo una bolla.
Ma le bolle alimentano anche teorie cretine, cospirazioniste, complottiste, dementi. Io ho una sorta di intolleranza, ne escludo la sostenibilità a priori al primo accenno. In generale però mi intrattengono molto, perché amo sopra ogni cosa la comicità involontaria e il nonsense.
E stare in una bolla che non ammette complottismo mi priverebbe di questo intrattenimento. Dovrei aprirmi allora a tutto? Anche alle cianfrusaglie che mi fanno orrore? Chi mi protegge?
Come se fosse lunedì
Il proposito che ho rimandato la settimana scorsa
Se non ci riesco io, almeno la mia faccia deve iniziare a fare ginnastica minimo 5 minuti al giorno. C’è qualcuno qui che ha dritte su esercizi facciali antirughe?
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Borat Subsequent Moviefilm
Non l’ho ancora visto ma ne ho letto e sentito parlare. È tornato Borat!
Lo vedrò domani perché ho paura di restare delusa e quindi di non aver voglia di parlarne dopo. E invece sento l’esigenza di scriverne ora perché la cosa che mi intriga di più è la curiosità su come diavolo abbia fatto Sacha Baron Cohen a reinterpretare il reporter kazako e prendere di nuovo tutti in giro senza essere smascherato. Una prima risposta c’è e mi fa malissimo: sono passati già 14 anni dal primo film.
Dicevo che ho paura di restare delusa perché secondo la critica il sequel non è paragonabile all’originale in termini di comicità e intrattenimento.
La storia sembra sia questa: per rimediare ai danni creati dal suo precedente documentario, Borat deve far visita a Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti, insieme al Ministro della cultura kazako.
L’arma segreta del film pare sia la centralità della figlia quindicenne di Borat, “la più anziana donna nubile del Kazakistan”. Turar, si chiama così, ha fatto anche infuriare Rudy Giuliani (ex sindaco di New York) incastrandolo in una siparietto sexy, con la scusa di un’intervista.
E Borat ha replicato con un comunicato stampa:
“Si è trattato di un normalissimo incontro consensuale fra un uomo e la mia figlia quindicenne che i media delle fake news vogliono trasformare in qualcosa di disgustoso!”
Io ti voglio bene Borat.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
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Du spicci
Un maglione viola. Winter is coming!
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Guilty Pleasure
Uno degli amici a cui ho appena confessato della newsletter mi ha chiesto di parlare del suo personalissimo guilty pleasure: QAnon. E siccome è il primo post a richiesta che ricevo, e il tema è tra i contenuti di comicità involontaria perfettamente in linea con il mood della newsletter di questa settimana, eccoci qui con QAnon.
Cosa sia QAnon più o meno lo sappiamo. È un garbuglio intricatissimo di teorie complottiste di estrema destra, che ha preso piede negli Stati Uniti e si è diffuso rapidamente. E, più di ogni altra teoria cospirazionista, inspiegabilmente. QAnon denuncia l’esistenza di un potentissimo network internazionale di pedofili satanisti che cospira nell’ombra e, com’è intuitivo, governa il mondo.
Questa rete occulta, la cosiddetta Cabal, è composta (non ci crederai) dai poteri forti, incarnati dal mondo della finanza (George Soros - ovviamente), del cinema (Tom Hanks - molto originale, bravi), della politica (Hilary Clinton, Barack Obama, famiglia Bush - eterogenei, mi piace), della musica (Céline Dion e Beyoncé - perché no), dell’arte (Marina Abramović – che stanchezza). Sì, poi c’è Bill Gates - superfluo specificarlo.
La follia nasce nel 2017 grazie a un tizio che si firma “Q” e che, dicendo di essere un funzionario dell’amministrazione Trump in incognito, lancia questa palese burla tramite un post su una piattaforma di immagini anonime. E da lì un’esplosione che adesso si fa fatica ad arginare.
Ora, sebbene io (e spero anche tu) guardi a questi mentecatti con stupore, poi derisione, poi pena, poi spavento, c’è tanta tanta tanta gente che è riuscita a lasciarsi affascinare e convincere. Tanto che, mentre sto scrivendo, arrivo a chiedermi se posso definire i seguaci di QAnon dei mentecatti, se sto mancando loro di rispetto. Poi però mi fermo e sì, sono dei mentecatti, non importa quanti siano e che portata questo fenomeno abbia assunto, sono dei mentecatti. Quindi pace.
Però ora questi mentecatti hanno un peso importante nella campagna elettorale americana e rappresentano un problema per la rapidità con cui riescono a diffondere contenuti, tanto da portare Facebook e Instagram ad annunciare la cancellazione di tutti i gruppi e le pagine che rappresentano QAnon.
Un aspetto interessante è che la teoria è così campata in aria che non basta più neanche la definizione di “cospirazionista”. Le conseguenze, i rischi, i meccanismi di diffusione, la totale assenza di basi e l’idiozia dei suoi seguaci l’hanno fatta assurgere al rango di collective delusion. Sì sì, delirio collettivo.
Avendo visto le interviste ai negazionisti del COVID non mi stupisce che anche in Italia abbia preso piede. Ora, solo perché ti stimo e penso che tu possa ridere fino alle lacrime, ti lascio questo link italianissimo alla “Pagina di introduzione a QAnon, la più grande operazione di intelligence dei nostri tempi, il fenomeno mondiale più censurato e attaccato di tutti i tempi”. Se ci caschi mi ammazzo.
Saluti
Questa newsletter è una velleità e un invito a entrare nella mia bolla. O un modo per entrare nella tua. Se ti va di fluttuare insieme schivando brutture e sproporzioni iscriviti e ci rivediamo prestissimo.