Sono tutti più giovani?
Questa newsletter è una mia velleità che ehc àtiellev aim anu è rettelswen atseuQ
O sono solo stanca io? No, te lo chiedo perché sono giorni, ma mi sa anni, che mi ritrovo circondata da persone che hanno molta più energia di me. Intorno ho persone che ballano nella calca mentre io mi pianto immobile, solida, vicinissima a una via d’uscita. E se non ballano stanno in piedi e chiacchierano, quando il mio solo pensiero è quello di occupare un posto a sedere e, anche se non mi siedo subito, in qualche modo comunque lo occupo, ci metto una borsa, una giacca, al limite un ginocchio, così, per dire è mio, per ogni evenienza, dovessi stancarmi.
Il consiglio prezioso
I see what life has dealt to me: Fatti aiutare dalla generazione giusta, quella che non ha capito niente.
Riflettevo
Oppure queste persone sbrigano cose importanti, competono, mi danno lezioni, votano leggi, creano problemi. Queste persone però mi sa che sono più vecchie di me. Ma anche quelle più giovani si danno molto da fare, protestano, dicono la loro, alle volte si rifiutano di fare delle cose ma lo fanno in modo così fermo che, mentre si rifiutano di fare, stanno in realtà facendo tantissimo.
E, mentre tutti corrono a fare e non fare, a me sembra di muovermi sempre in tondo, come al solito, e questo però di sicuro non da giorni, di sicuro da anni, sì. E il mulinello che mi trascina sta pure rallentando. E così, questi che vanno dritti e spediti, riescono a scuotermi e invertire il senso della mia rotazione anche solo passandomi accanto.
No no, non sono tutti più giovani di me, sono sia più giovani che più vecchi. E se prima erano parecchio distanti, adesso mi sembra si avvicinino da entrambe le direzioni per non lasciarmi spazio. Hai presente la manovra a tenaglia temporale di Tenet? No, manco io l’ho capita ovviamente, però mi resta la sensazione, un po’ in astratto, hai presente?
Vabbè, come lo spieghi tu che per i giovani i millennial sono boomer? Che ci trattino da boomer ci sta, per carità, ma che ci chiamino proprio boomer mi sembra un paradosso. E che i vecchi ci chiamino giovani, invece? Posto che noi li dobbiamo chiamare ancora adulti perché se li chiami vecchi si risentono.
E giovani e vecchi, tutti, a dirmi come comportarmi. A dirmi quello che è giusto, quello che fa bene al corpo, al paese, al mondo. E hanno due posizioni così estreme che io mi sento costretta a essere prudente, a moderarmi, a stare al centro, incredibile, quando di spazio al centro non ce ne può più essere, perché lo stanno riempiendo, e figurati se mi lasciano essere il centro, essere quella cosa lì, quella cosa a caso, una, una qualsiasi davvero, vi prego.
Ma cosa vuoi che scelga o decida io, se tanto appena scelgo sbaglio, sbaglio lavoro, sbaglio musica, sbaglio sui social, sbaglio persino i calzini. E sbaglio per entrambi, sia per i giovani che per i vecchi, per motivi diversi. Ma, anche solo statisticamente, non dovrei avere ragione anch’io una volta ogni tanto?
Ti sembrano i deliri di una vecchia, vero? O i capricci di un’adolescente? Certo, ci credo, sono proprio questi, entrambe le cose, io sono entrambe le cose, che palle.
Te li ricordi gli esami di maturità? Ecco, guarda, continuano a intervistare sempre i più vecchi per ricordare come sono stati per loro. Non quelli più vecchi rispetto a quelli che fanno gli esami ma quelli più vecchi persino rispetto a chi gli esami li ha fatti oltre vent’anni fa. L’altro giorno Francesco Costa su Morning diceva che queste interviste non parlano agli studenti, servono solo a creare un effetto nostalgia, sono destinate agli adulti. Sì, ma mica a me, sono destinate agli altri adulti, quelli vecchi. Quindi i vecchi parlano ai vecchi di cose che i giovani fanno. E io? Io non dico e non faccio, io proprio non ci sono. E l’intervista sulla maturità di cui si è parlato tanto quest’anno è quella a Parisi, classe 1948. Stiamo parlando di un genio, ci sta, ha vinto pure il nobel, non voglio fare questioni. Però ci penso un attimo e nel 2022 una delle tracce di maturità era su un suo discorso. Quindi capiamoci: 2022 maturità su un suo discorso, 2024 un suo discorso sulla maturità.
Ma è un genio lui, lo so, e un genio non ha età e quindi non lo posso considerare un boomer e comunque, anche se potessi, poi tanto la boomer sarei io, mica uno del 1948, mentre mi affanno a stare al passo. E ci credo che mi stanco. Ma chi c’ha più voglia, scusa.
Ma neanche i giovani dovrebbero stare sereni però, perché se non ho più voglia io, c’è chi di voglia ne ha sempre avuta e sempre ne avrà, e sa benissimo come prendere a spallate intere generazioni, magari non solo la mia, come combattere anche battaglie giuste pur di appropriarsi della scena, facendo pure sfoggio dei suoi modi da boomer.
E allora io che sono una giovane ormai finita nel futuro, in questa manovra a tenaglia temporale mi schiero con chi è giovane nel presente, per dirgli, forse parlando al contrario, di stare in campana, di non farsi fregare: non vi stanno appoggiando, stanno occupando pure il vostro di spazio, e vi stanno rubando il tempo.
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E quest’estate non ce lo compriamo l’ennesimo camicione azzurro a righe?
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Saluti
Questa newsletter è una mia velleità, che ha sempre meno tempo ma non vuole farsi schiacciare.
Io mi sento stanco e vecchio dal primo giorno della prima media. Poi ho avuto i figli e non ho ancora trovato un aggettivo che descriva la mia condizione psicofisica.
È sempre un piacere leggerti. Un abbraccio