Si è notato molto?
Questa newsletter è una mia velleità che ti presenta regolare giustificazione quando si assenta senza preavviso.
Ho saltato la newsletter domenica scorsa. Mi sento in colpa. Non so qual è l’etichetta qui, devo chiederti scusa? Ho preso un impegno con te e se non ti ho inviato nulla è come se ti avessi dato buca a un appuntamento, no?
Però è anche vero che, chiedendoti scusa, sto dando per scontato che tu a questa newsletter ci tenga molto, e darlo per scontato non è un po’ presuntuoso da parte mia? Magari non ci hai neanche fatto caso.
Quindi boh, scusa ma in senso buono.
Non è che non mi andasse di scriverti, intendiamoci, ma ero ostaggio del mio amico Edoardo che non mi ha lasciato libera un secondo. Per farti capire, io per dieci giorni ho solo lavorato e accompagnato Edo a bere o a mangiare o a camminare o a fare cose a caso. Non sono stata ferma un secondo. Ora però siamo salvi: lunedì è partito e ha lasciato un vuoto incolmabile insieme allo strascico dei bagordi in cui mi ha coinvolto.
Se sono viva lo devo al coprifuoco, che in questo momento poi mi manca anche più di Edoardo.
Sono stati giorni meravigliosi, non fraintendermi, ma faticosi come le gare di corsa campestre alle medie e con i medesimi segni sul corpo, tra ferite, punture di zanzara, crampi, mal di testa e carenza di sali minerali. Però che botta di vita, senti.
Il consiglio prezioso
Energy: Spirulina, Gatorade, Vitamine, Polase, Caffè.
Riflettevo
Il mio fisico ha definitivamente ceduto. Mi rendo conto che non sono più in grado di reggere questi ritmi. Ed è strano perché quello che mi preoccupava erano gli effetti psicologici, e non fisici, di un bagno di folla.
Temevo di non riuscire più a essere estroversa, a interagire normalmente con le persone. Sì, mi ero un po’ convinta che l’isolamento avesse ormai inciso sul mio carattere e che sarebbe stato necessario un qualche tipo di training per rimettermi al passo.
Da questo punto di vista invece tutto è filato liscio. Ho chiacchierato, ho riso, ho persino ballato. Certo, in contesti tutto sommato raccolti, con amici fidati, ma io ero spaventata pure da questo di scenario. E invece no, nessun problema.
Non avevo previsto invece la fatica mortale, la stanchezza fisica che ho provato per il solo fatto di stare troppo tempo in piedi, troppo tempo lontana da casa. E sì, ormai se sto fuori più di qualche ora ho come la sensazione che casa sia incredibilmente distante, difficilissima da raggiungere.
Ma mentre io mi lamento per il solo fatto di essere uscita da un quartiere, c’è un gruppo di elefanti in Cina che ha percorso quasi 500 chilometri attraverso villaggi, foreste e città, mangiando quello che trovava lungo la strada e causando danni per oltre un milione di dollari. Non so perché sono stata rapita da questa notizia. Forse perché nessuno sa dove siano diretti o magari perché vorrei tanto sapere come affrontano la stanchezza e che ne pensano dei posti che attraversano. Quante stelline lasciano sul loro tripadvisor, per dire. Anche perché amano fare spuntini nei campi o nei depositi di cereali. Pensa che a un certo punto pare che uno di loro si sia anche ubriacato.
E io invece? Dov’è finito il mio senso dell’avventura? E la voglia di esplorare posti nuovi? Tornerà? O sono invecchiata in un colpo solo? Probabile eh, perché ho trascorso troppo tempo a casa mia, che è al quarto piano, quindi in alto. E si sa che il tempo scorre più velocemente quando si è in alto (questa è una delle moltissime cose che non capisco ma che mi piace citare con frequenza).
E invecchierò ancora, sempre più in fretta, vero?
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Polvere - Il caso Marta Russo
In uno dei ritorni in macchina con Marito ed Edoardo, non potendone più di sentire le nostre voci, abbiamo deciso di ascoltare un podcast a caso su Spotify.
E il fato ci ha regalato Polvere, una serie audio di Chiara Lalli e Cecilia Sala, in otto puntate, dedicata all’omicidio di Marta Russo, o meglio dedicata al processo per l’omicidio di Marta Russo. Si tratta infatti di un’inchiesta giornalistica che ripercorre tutti gli elementi delle indagini che hanno portato alla condanna definitiva di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro.
Mi ha così colpito che mi sono poi incastrata in un binge listening (si può dire binge listening?) folle.
Quello che la serie riesce benissimo a fare è terrorizzarti, perché descrive in modo inquietante come la condanna di Scattone e Ferraro si regga su testimonianze controverse, prove ormai confutate, metodi di indagine più che discutibili. E a me questo fa paura quanto essere vittima di un omicidio casuale o inspiegabile. Problema mio, me ne rendo conto, però secondo me se l’ascolti diventi un po’ più garantista anche tu, non solo rispetto a questo caso, in generale ecco.
Quando è finita mi ha lasciato addosso un senso di vulnerabilità che non ti consiglierei mai se non fosse che sentirsi vulnerabili secondo me ci rende anche persone decenti.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
Du spicci
Una passeggiata.
H&M - € 39,99
You Better Network
Come ti ho detto, mi sono rituffata nella vita sociale nei giorni scorsi con la paura di non sapermi più destreggiare al meglio.
Il timore era quello di non avere niente da dire. Che racconto a un amico con cui ci sentiamo al telefono ogni giorno? Che racconto a un conoscente con cui non abbiamo nulla in comune? Che racconto a un estraneo a cui non frega nulla di me e della mia vita?
Poi mi sono detta di stare tranquilla, che come sempre qualsiasi conversazione va da dio se ci si concentra sull’ascolto. Perché se fai parlare gli altri e fai lo sforzo di interessarti genuinamente a quello che ti raccontano, qualsiasi interlocutore amerà averti intorno.
E io ci credo davvero che “speech is silver, silence is golden” però è anche vero che qualcosa prima o poi dovrai dirlo anche tu. E allora? Ci sono dei trucchetti? Ma certo che ci sono, vuoi che io apra un argomento così senza materiale a supporto? Per una volta che ti ho dato buca già non ti fidi più di me?
La cosa più importante da considerare, prima ancora di iniziare a parlare, è convincere il tuo interlocutore (e per farlo devi convincere anche te) che non hai alcuna aspettativa: perché la conversazione sia naturale, abbia il ritmo giusto e metta tutti a proprio agio, deve essere scevra di interessi ulteriori. Devi sempre tenere a mente che non vuoi ottenere nulla se non il piacere di una chiacchierata disinteressata. Anche se non è così, anche se ti serve x o se vuoi conoscere una persona per poi chiedergli y, tu devi pensare che l’obiettivo è quella chiacchierata e basta. Come ci riesci? Raccontandoti una bugia, come fai spesso, su.
In merito a cosa dire, a quali argomenti di conversazione toccare, a quali aneddoti raccontare, immagino tu non abbia bisogno di consigli ma io sì, sempre, e ho trovato degli spunti a partire dai quali si può creare un ventaglio di alternative pronte all’uso.
Se vuoi puoi anche rompere il ghiaccio con una specie di “forse non tutti sanno che”, una cosa che io preferisco però usare per concludere una conversazione e mai per iniziarla. Ad esempio, sai che la deipnofobia è la paura di affrontare conversazioni a tavola?
Saluti
Questa newsletter è una mia velleità che si assenta ma non sparisce mai del tutto. Se tu mi seguissi su facebook o Instagram avresti comunque saputo dov’ero e cosa stavo facendo, o mi avresti potuto fare un saluto, chiedermi notizie. Non mi aspetto le tue scuse ma, ecco, puoi comunque rimediare.
Vabbè ma il podcast sull’omicidio Marta Russo è tutto ciò di cui avevo bisogno! Grazie grazie grazie ❤️❤️❤️❤️