Qual è il problema?
Questa newsletter è una mia velleità, colpevole di ghosting e incapace di rimediare.
Oh ciao, come va? Madonna ma stai benissimo, che bei capelli che hai. Ti trovo bene, davvero, complimenti. No macché sparita, sono sempre qui, non ti ho scritto perché ho avuto cose mie, problemi, questioni, credimi un periodaccio che non ti sto a raccontare. Però eccomi, sì, sto qua. Ma no, ma come un anno, saranno passati al massimo un paio di mesi. Guarda, te lo dico subito, fammi controllare un secondo: l’ultima newsletter te l’ho inviata a dicembre duemilave... Ok, è un anno, è vero, è passato un anno. Eh vabbè no, certo, hai ragione, un anno è tantissimo. Ma davvero che bei capelli che hai, lucidissimi, stai usando un prodotto nuovo?
Il consiglio prezioso
If I had an hour: Anche le tette contengono saggezza.
Riflettevo
Lo so, sono di nuovo nella tua email, dopo un anno, senza alcun preavviso. E magari avevi altro altro da fare oggi. E nel frattempo hai rimosso la mia esistenza, quella della newsletter, hai perso l’abitudine di fermare tutto e metterti a leggermi ogni domenica, preferisci chiaramente i podcast ormai, come darti torto, e comunque, in ogni caso, che modo è, così a caso, a gamba tesa.
Dovrei trovare un modo per rimediare a questo ghosting, per riportare tutto indietro a prima del danno. Ma no, non si fa, se fai un ghosting grave grave (il mio sembra rientri in questa categoria) poi te ne devi assumere la responsabilità e non devi neanche chiedere scusa. Se sparisci devi rimanere nel sottosopra e non tornare mai più perché non si fa, appunto, e non esiste un modo per riparare al danno.
Ma proviamo a piegare un pochino la realtà e ipotizziamo che il mio non sia un ghosting grave grave, sia solo medio, medio-blando, toh, una robetta così che volendo mi puoi perdonare. Allora, in questo caso, pare io mi debba porre alcune domande prima di farmi risentire, e testualmente “perché volete farvi risentire: qual è il motivo, che cosa è cambiato, cosa avete capito, e soprattutto se siete pronti a ricevere la reazione dell’altro, che può essere il totale opposto che gentile e benevolente”.
Detesto queste domande, sono poste male sia concettualmente che dal punto di vista stilistico, dubito anche dell’autorevolezza dell’articolo e per di più so già che rispondere non risolverà nulla perché io ho fatto ghosting grave grave, il ghosting irreparabile. Però lo capisci anche tu che non potevo resistere a quella che è palesemente una scaletta già pronta, perfetta per la newsletter di oggi. È chiaro che rispondo a tutto, su.
E quindi eccomi, cosa è cambiato e perché mi faccio risentire.
Mi sembra siano cambiate un sacco di cose. Magari è solo una mia impressione ma, rispetto all’ultimo periodo, in cui ti raccontavo ormai solo di quanto fossi di cattivo umore, mi sento meglio. Ho affrontato un po’ di cose brutte, disgrazie sparse che mi hanno sfiancato, e le sto affrontando ancora adesso, e ancora mi stancano, ma io mi sento meglio, sto meglio, e ho meno voglia di accollarmi con riflessioni deprimenti. Poi la settimana scorsa nello specifico è successa una cosa che mi ha proprio risvegliato un friccico, e con il friccico anche la voglia di scriverti: la combo magica tra Morgan che sbrocca in un programma, facendosi puntualmente cacciare a pedate, e una nuova epidemia in Cina della quale però ci garantiscono che non dobbiamo preoccuparci (no, ma va, signor governo cinese, noi ci fidiamo ciecamente, è chiaro).
Ora tra i due eventi tu non vedi alcuna connessione, e ci sta, nella mia testa invece questa combinazione assume un rango cabalistico da tanto tempo: Morgan e pandemie sono correlati. E non mi convincerai del contrario, quindi assumiamo tutta la questione per assodata e passiamo alla domanda successiva: cosa ho capito. Un sacco di cose importanti, la più importante delle quali che io non so campare. Non ti spaventare, non è una cosa triste e non è una cosa brutta. Te la spiego col sorriso, giuro, ma seguimi.
Io ho un seno importante. Ti ho detto seguimi, dammi un secondo di fiducia. Ho un seno importante e ho trascorso l'esistenza a comprare reggiseni che impedissero ai miei capezzoli di rompere il muro del suono e fare capolino anche oltre una giacca, un maglione pesante, un cappotto, una parete di vetrocemento. Un’esistenza fatta di coppe spesse il più possibile, a far barriera, o con pizzi superlavorati per confondere, creare illusioni ottiche e spiazzare l’osservatore. Sì, sono seni importanti e quindi sì, hanno spesso un osservatore.
Poi però il mese scorso Kim Kardashian di punto in bianco mi spiega che io davvero della vita non capisco nulla, non ci ho mai capito nulla e mai saprò stare al mondo come si deve. Ovvero inventa questo:
Aiutami a fare un due più due veloce: i miei capezzoli per me sono un problema e per una milionaria di giga successo sono la soluzione. Perché questo reggiseno coi capezzoli in rilievo risolve un problema, giusto? E questa soluzione che la milionaria di successo ha trovato è sempre stato un mio problema, i capezzoli in rilievo, al quale io applicavo quella soluzione che per la milionaria di successo è da considerarsi un problema, l’assenza di capezzoli in rilievo.
Ti è chiaro? A me moltissimo: i miei problemi sono soluzioni di successo e le mie soluzioni sono invece problemi da risolvere.
Ed è per questo che io non invento niente di utile e non trovo mai soluzioni a nulla, mentre scrivo una newsletter in cui mi arrovello a vanvera sulle cose. Ed è per questo che interrompo una newsletter quando sta funzionando invece di continuare a scriverla. Ed è sempre per questo che la riprendo quando forse non ha più senso e lo faccio seguendo delle istruzioni, consapevole fin da principio che queste istruzioni non si applicano al mio caso specifico, non sono la soluzione appunto.
E non finisce qui perché c’è ancora un’ultima domanda sul ghosting a cui non ho risposto. Sono pronta a ricevere una tua reazione?
Zero.
Come sempre, come dal primo giorno in cui ti ho scritto per la prima volta, la tua reazione mi angoscia un po’. L’idea che questa newlsetter non ti faccia piacere, ti faccia schifo, ti sia indifferente mi angoscia un po’. Eppure ti scrivo. Così, per crearmi un altro problema che potrebbe essere risolto non scrivendoti. Ma non mi fido più delle mie soluzioni, quindi boh ti va se ogni tanto mi faccio risentire?
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Le persone che mi sono attorno non mi sentono parlare d’altro da giorni. È una docuserie che parla di una coppia che mette su un sito e una community per cercare l’anima gemella, ma poi tutto prende una piega folle e la realtà si trasforma in quella che il mio amico Franco - una delle poche persone che ho convinto a guardare ‘sta serie - ha definito “la più lunga e bella puntata di South Park mai vista”.
Il trailer probabilmente non ti convincerà. Ma io te la suggerisco con grandissimo trasporto perché se riesci a superare il primo episodio, entri in una dimensione nuova, una dimensione in cui peraltro esistono solo soluzioni assurde e contraddittorie a problemi inesistenti. Mi sembra anche calzante qui oggi, ecco.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
Du spicci
Non costa esattamente due spicci ma ne sono diventata dipendente, quindi è forse il primo prodotto labbra che consumerò per intero.
Dior - € 42
Saluti
Questa newsletter è una mia velleità, un mio problema, una mia soluzione. Fanne buon uso.
Un piccolo ghosting non ha mai fatto male a nessuno. Bentornata nelle mie mail! E ringraziamo calorosamente Morgan e la Cina🙏
Io cito Bugo:
Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahghahahghahahahah
💚