Di natura. Presa bene di natura. Così sono stata definita da Franco, una delle persone che mi conosce meglio al mondo e da cui non mi sarei mai aspettata questa definizione. Perché già io sono convinta di essere un po’ una pesantona ma in quel momento ero pure di pessimo umore, mi stavo lamentando da giorni per piccole e grandi sfighe, congiunture astrali nefaste e ostacoli rognosi. Vedevo nero, molto più nero del solito, così, quando mi ha detto “stai tranquilla, tu sei una presa bene di natura”, ho dato per scontato che quel presa bene fosse in realtà una presa per il culo. Poi però ci ho riflettuto e mi sono resa conto che non era così scontato, che magari Franco era serio invece e non stava ironizzando affatto. Gliel’ho chiesto e a quanto pare non lo sa neanche lui.
Il consiglio prezioso
Reference: Fattela prendere bene.
Riflettevo
Perché vedevo nero? In realtà lo sai già, non avevo preso con entusiasmo il compleanno, te l’avevo detto. E, dopo i crolli emotivi dei giorni precedenti, nell’imminenza dell’evento le cose erano anche peggiorate: due dei miei più cari amici a casa col covid, altri assenti per motivi diversi, un tempo orrendo, la difficoltà di trovare il vestito giusto per l’occasione, l’aggiornamento minuto per minuto sui tamponi, il timore che alla fine non venisse nessuno e soprattutto il fastidio di spegnere quelle candeline con sopra un numero che mi fa, sì, questa non è passata, tanta paura.
E invece alla fine sono stata proprio bene. E il giorno dopo mi sono svegliata con un sorriso che incarna il progetto esistenziale di quest’anno. Un sorriso leggero, di sollievo e insieme un po’ sciocchino. Il sorriso che vorrei avere almeno fino al prossimo compleanno. Il sorriso di una che è presa bene di natura.
E questo sorriso è emerso sulla scia di due direttrici principali. La prima rappresentata dalle persone di cui mi sono circondata negli anni e che mi hanno fatto stare bene quel giorno, da vicino e da lontano. La seconda è Drew Barrymore, ma te lo spiego tra un attimo, prima restiamo un secondo sulle persone che mi hanno fatto stare bene.
Sono persone che mi hanno rallegrato, scaldato il cuore, aiutato e sopportato. Chi c’era, chi ha provato in tutti i modi a esserci, chi mi ha fatto una dolcissima telefonata, chi mi ha mandato messaggi strappalacrime, chi ha creato un reel di ricordi pazzesco, chi ha speso la propria pausa pranzo per cucire e sigillare degli spacchi vertiginosi che non mi potevo permettere su un vestito meraviglioso.
Ma come ho fatto a conquistare questa miniera di gente splendida? È merito mio? Ed è vero che se la gente di cui mi circondo è meravigliosa allora anch’io in qualche modo lo sono?
Me lo chiedo perché, secondo alcuni studi, sembra esista una connessione genetica tra amici, rappresentata da un 1% di DNA in comune. E cioè pare che ci sia una tendenza ad avvicinarci a persone geneticamente simili a noi o con cui abbiamo tratti in comune.
In più, secondo la legge dell’attrazione, potremmo anche un po’ forzare questa tendenza, comportandoci esattamente come le persone che vogliamo avvicinare. La gentilezza attirerebbe persone gentili, l’allegria persone allegre e così via. Ti dico, non ho idea se questa teoria sia affidabile o no. Perché mi riesce difficile pensare che le amicizie siano davvero frutto di una nostra scelta o di un nostro impegno consapevole.
Alcune nascono in un’età in cui istinto e atmosfera vincono su qualsiasi valutazione razionale o progetto. Ma anche adesso, in età adulta, mi sembra quasi che le persone arrivino e basta. O che tornino dopo anni con ruoli rinnovati, adeguandosi alle nuove forme che la vita andando avanti assume. O che ci accompagnino silenziose e a distanza senza alcuna paura di smarrirsi. O che diventino pilastri nonostante la totale assenza di basi in comune.
Tra tutti poi, i rapporti che mi stupiscono di più sono quelli che restano poco più che conoscenze dormienti per lunghi periodi, anche per anni, e che poi si trasformano in alchimie stupefacenti e legami profondissimi all’improvviso e per sempre. Ci deve essere una scintilla, qualcosa che ha a che fare col destino, con il magico, alle volte anche con l’assurdo.
E questa convinzione mi rende felice perché vuol dire che la vita può essere sempre più bella, più allegra, più sorridente, più piena, più dolce. E che c’è sempre una prospettiva, nonostante l’età che avanza. Anzi, pare che ci siano addirittura più probabilità di arrivarci a un’età avanzata se ci si circonda di grandi amicizie.
E non mi importa se osservando squali, delfini ed esseri umani si è capito che alla base dell’amicizia c’è più politica che vero amore. Sono prontissima a ignorare studi e ricerche e abbracciare invece con piacere questa grande illusione collettiva se il premio è un sorriso sciocchino e leggero che mi accompagna da giorni.
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Drew Barrymore Show
Ecco, ora sì, possiamo parlare di Drew Barrymore. Perché da qualche tempo sono rapita dal profilo Instagram del Drew Barrymore Show, programma che non si può vedere su nessuna piattaforma in Italia e di cui mi posso quindi concedere solo un microdosing di estratti video di un minuto circa.
Purtroppo, a causa della modalità di fruizione, non posso dirti con certezza di cosa si tratti, so solo che c’è sempre una Drew Barrymore super presa bene che intervista celebrità, assaggia cibi strani, parla di episodi buffi della propria vita e cazzeggia un po’ con Ross Matthews.
Il tutto indossando dei look adorabili e sorridendo senza posa.
Bene, Drew Barrymore in quest’ultimo periodo è stata un po’ una consolazione e uno spirito guida allo stesso tempo, tanto che ho intenzione di usare lei e l’ottimismo del suo show come mia personale reference di quest’anno tondo.
Vorrei riuscire nel progetto serissimo di cazzeggiare, ridere, godermi chi ho attorno e magari anche ricominciare ad aprire l’armadio con maggiore soddisfazione. E vorrei anche provare cibi strani, sì. O cose nuove. Regalandomi un po’ di spensieratezza, che è mancata per troppo tempo e che in qualche modo devo impormi perché, se aspetto giorni migliori, perdo solo tempo prezioso.
Pinkabbestia
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