Perché mi hai abbandonato?
Questa newsletter è una mia velleità che inciampa mentre corre velocissima verso il natale.
Forse perché parecchio impegnato con i preparativi per la nascita di suo figlio, in questi giorni dio non mi sembra molto sul pezzo. Vedo numerosi intoppi nel processo esistenziale mio e di chi mi sta intorno, una qualità dell’esperienza “vita” che lascia un bel po’ a desiderare e un customer care totalmente assente che non risponde a preghiere, imprecazioni e recensioni negative.
Riflettevo
Ora, pur volendo mettere da parte gli esercizi di blasfemia, credo sia giusto avvisarti che c’è un’energia ben strana in giro. Io l’avverto chiara perché lotto da una settimana con una serie di sfighe in stile slapstick che ha superato ampiamente quel mio personale (e di solito alto) livello soglia che mi consente di continuare a confidare nel pensiero razionale.
E, stando sempre con le antennine alzate, mi sono accorta che questa tempesta magnetica è più ampia della nuvoletta dell’impiegato che magari ti immagini tu, perché il numero di casi, oltre al mio, che sto registrando a sistema è elevatissimo.
Quindi, invece di trastullarti a mie spese nella schadenfreude, cerca piuttosto di cogliere l’ampiezza del fenomeno e contribuire alla task force che sto approntando con i miei scarsi mezzi. Anche tu senti che è un periodo un po’ di sfighe?
Parlo di cazzate eh, cose che ti fanno arrivare in ritardo, saltare appuntamenti, zoppicare per qualche giorno, spendere soldi che non avevi preventivato, perdere tantissimo tempo a vuoto, ricomprare oggetti a cui tenevi. Quelle cose che da sole ti fanno dire mannaggia, se sono un paio già ti sconfortano e se poi si accumulano fino a raggiungere la doppia cifra ti espongono semplicemente al rischio di un TSO.
Quelle cose lì, capito? Quelle cose di cui non ti puoi neanche davvero lamentare se guardi il quadro più grande, quel quadro in cui tu, con tutte le tue sfighe, hai in realtà tutte le fortune del mondo perché chi sta male è qualcun altro, qualcuno che nelle tue sfighe ci si butterebbe a capofitto pur di non patire davvero quello che sta soffrendo nella sua di vita.
E va bene, non mi posso lamentare, d’accordo. E non mi sto lamentando infatti, sto facendo un’analisi, sto collezionando dati in vista di un report, voglio organizzare una task force, sollevare la questione, fare qualcosa, diamine.
Ma non c’è niente da fare in realtà, è questo il punto. Contro le sfighe non puoi fare niente. Ci inciampi sopra e continui a camminare, poi inciampi di nuovo e cammini ancora, vai avanti, prosegui, magari zoppicando, ma continui a camminare. Non ti fermi insomma. Non ti fermi mai.
Anche perché, in questo momento, l’obiettivo è arrivare a lunedì, a natale. In questo rush folle che ci prende inspiegabilmente alla sprovvista ogni anno, bisogna sempre arrivare di corsa e a testa bassa al natale. Senza lasciarsi sopraffare, senza arrendersi, senza abbandonarsi allo sconforto, anche se ci si sente un po’ abbandonati in generale.
Io mi sento un po’ abbandonata, ti dico la verità. Ma in un senso positivo forse, perché mi sto abbandonando. Mi sto abbandonando a un flusso: di cose da fare, di cose da risolvere, di cose da organizzare, ma anche di cose da sperare e di cose di cui godere.
Ed è bello, quanto nuovo, questo atteggiamento un po’ fatalista, un po’ edonistico, un po’ leggero, che non mi sento cucito addosso, ma che sto vestendo con disinvoltura come se fosse un capo per le grandi occasioni, per le feste appunto.
Ti aspettavi tutto un pezzo su pandori e Chiara Ferragni questa settimana, di’ la verità. E invece no, non mi dare per scontata, senti, non me lo merito.
Piuttosto, non so come dirtelo, mi sa che hai dei compiti per le vacanze:
Il primo è farmi sapere se ricadi anche tu nel campione dell’uragano di sfighe e rogne prenatalizie, raccontandomene magari qualcuna. Per la scienza, solo per questo.
Il secondo è sostenere questa newsletter consigliandola a chiunque, perché evviva chi si iscrive ma evviva ancora di più chi fa iscrivere altra gente.
Il terzo è accogliere un mio abbraccio sentito, fortissimo, ti giuro, proprio un abbraccio vero perché, anche solo leggendomi, mi fai stare bene.
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Ogni anno da quando esiste la newsletter, a natale ti faccio gli auguri con questa canzone, quindi anche quest’anno.
E quest’anno però ci ha abbandonati Shane MacGowan, il cantante dei The Pogues. Ed è una cosa triste, certo, ma io sono in questa fase da fatina del buonumore quindi, oltre al classico video che per tradizione ti metto qui sotto, ti lascio anche il link alla versione cantata al suo funerale, che è una meraviglia. Davvero è una meraviglia, giuro. Perché è gioiosa, tutti mentre la cantano sono gioiosi. E secondo me lo sono perché sono felici di celebrare lui e di celebrare la vita.
È bella la vita alla fine, lo sai? Io non lo dico mai perché non lo penso mai, ma in questi giorni sì, quindi ecco.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
Du spicci
Candela scelta dalla mia amica Claudia, l’ho appena accesa a casa e sembra di stare in un bosco di abeti. Eccezionale.
Bath & Body Works - € 29,99
Saluti
Questa newsletter è una mia velleità, che si abbandona al natale e ti augura buone feste.🎄
Ciao, 40circacirca 💚
Io ricambio l’abbraccio fortissimo e te mando un altro ancora più morbido dopo i pasti natalizi.
A proposito di rogne: mi hanno rubato la bici. E no, non era nel posto sbagliato mannaggia, era nel sottoscala di casa insieme alle bici di tutti gli altri condomini. Come dici? No no, la catena c’era.
Consigli su altri mezzi ecologici e anti ladro?
Io sono caduto dalla bici. Sono caduto in piedi. Così facendo mi sono fratturato la fibula. Ma ho zoppicato con stile.