Dov'è Bugo?
Questa newsletter è una mia velleità e le velleità si avvinghiano strette ai paradossi.
Prima che il 2020 si trasformasse in un vortice di afflizioni, davvero un secondo prima, Morgan aveva creato a Sanremo quel momento altissimo di cringe e fibrillazione che mi aveva fatto sperare in un anno di nonsense e allegria.
Non che io sia un’ottimista, al contrario. Però sì, mi ricordo che mi sentivo un’energia friccicarella in quel periodo. E invece no, zero.
Eppure io conservo quel gusto infantile per il magico e mi convinco sempre che ci sia un disegno. E se non è andata come pensavo è perché il disegno non l’ho capito, perché sono una pippa a disegnare.
Il disegno però c’è e il cosmo sta provando a spiegarmelo. Mi sta facendo un disegnino.
Il 2020 si sta chiudendo e riecco Morgan. Morgan che è in giuria a Sanremo Giovani, Morgan che viene scartato da Sanremo 2021, Morgan che insulta Amadeus, Morgan che viene a questo punto espulso dalla giuria di Sanremo Giovani, Morgan che si dice offeso alla sola idea di Bugo in gara a Sanremo 2021.
E sai cosa penso? Che il 2020 è Morgan e noi siamo Bugo. Che il 2020 ci aveva entusiasmato con un nuovo inizio, con una bella canzone e la voglia di riaffermarci. Ma poi ci ha bullizzati, messi all’angolo, costretti a rifugiarci dietro le quinte mentre lui imperversava con il suo sorriso beffardo. E l’ha fatto da dio.
E allora speriamo di riemergere nel 2021 mentre il 2020 non sarà invitato, anche se resterà nella nostra memoria come un personaggio assurdo, che ci ha formati e sfidati e che si è rubato la scena come un grande villain.
Il consiglio prezioso
Bevi se vuoi ma fallo responsabilmente
Rimetti in ordine tutte le cose
Lavati i denti e non provare invidia
Non lamentarti che c'è sempre peggio
Riflettevo
E comunque ’sto 2020 si sta chiudendo col botto. Non si è neanche sciolto il sangue di San Gennaro, tanto per capirci.
Ma tu lo sai che la liquefazione del sangue di San Gennaro non è un miracolo bensì un prodigio? E la sai la differenza tra prodigio e miracolo? Non sono preparatissima sull’argomento ma prendi per buona questa spiegazione che ho appena letto: il prodigio è un fenomeno che viola le leggi naturali mentre il miracolo è un prodigio di certa attribuzione divina.
E il prodigio questa volta non c’è stato. È già capitato che non si sciogliesse in passato e, sebbene questo rappresenti un presagio di grandi catastrofi, pare che in realtà non ci sia una coincidenza temporale perfetta tra il mancato prodigio e le grandi sciagure correlate. Per un tentativo di spiegazione scientifica del fenomeno puoi leggere qui, io non sono all’altezza e mi ridurrei a un becero copia e incolla.
In ogni caso mi sembra sia stato un anno a cui è banale aggiungere altra negatività. E poi c’è il vescovo che ci tranquillizza e ci dice che non importa se si scioglie, ciò che importa è quanto ci si crede. E allora cosa andiamo a controllare se si scioglie? E poi cosa correliamo le suddette grandi sciagure passate alla mancata liquefazione se non è quello il punto? Vuol dire che prima del terremoto dell’Irpinia non ci avevamo creduto abbastanza? Ma poi non è di una scaramanzia nevrotica tutto ciò?
Ma soprattutto io di cosa mi lamento se non mi affido alla religione perché non ci credo e poi però sono la persona più scaramantica del mondo?
È un paradosso. È tutto un paradosso.
Ma i paradossi fanno bene, ah se fanno bene. Di più addirittura: i paradossi sono la chiave del successo. Ed è ormai assodato in psicologia e nell’ambito delle scienze dell’organizzazione. Sembra infatti che abbracciare simultaneamente due diverse opzioni incompatibili tra loro (che non potrebbero coesistere) sia un volano di produttività, creatività e flessibilità. Si tratta del paradox mindset, secondo il quale porsi di fronte a una contraddizione apparentemente insolubile può smuovere le nostre convinzioni e offrirci una prospettiva nuova e originale. E infatti i più grandi geni della storia pare abbiano speso gran parte del proprio tempo e dei propri studi contemplando e accettando contemporaneamente alternative antitetiche.
Il paradox mindset è raccomandato soprattutto in strategia aziendale, ambito in cui il trade-off è una condizione molto frequente e spesso ci si trova a imboccare una strada a scapito di un’alternativa opposta.
Come se fosse lunedì
Il proposito che ho rimandato la settimana scorsa
Non devo aver paura di tutta la confusione che ho in testa. Ne può uscire fuori qualcosa di buono.
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Le Transizioni di Pajtim Statovci
Pajtim Statovci è un giovane scrittore finlandese originario del Kosovo che ha scritto un libro bellissimo, Le Transizioni, appunto.
Il protagonista, Bujar, racconta in prima persona il suo viaggio da clandestino, da ospite, da vittima, da amante, attraverso esperienze molto forti e diverse identità. È un libro asciutto con uno stile incisivo che, senza urlare o ricamare, colpisce. Ti trovi ad ascoltare più che leggere e ad assorbire senza difese dolore, rabbia, aspettative e voglia di accettazione.
In ogni quadro di questo romanzo Bujar assume un volto, un genere, un orientamento sessuale e un’origine diversi. Li assorbe dalle persone che incontra lungo la dinamica e le tappe di una fiaba.
E tramite questi scorci ci svela il suo passato, la disgregazione della sua famiglia, il suo vagabondaggio, le violenze subite e inflitte, i rimorsi.
Mi ha fatto stare male però te lo consiglio lo stesso, perché sono sadica.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
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Du spicci
Non ho capito come e quando indossarla ma mi piace molto.
H&M – € 39,99
Guilty Pleasure
Lo so che ti ho già parlato di Barbie. Però la Mattel ha lanciato la nuova linea Barbie Extra che è stilosissima e ha mille accessori.
Un mio amico molto sul pezzo mi ha fatto vedere questo video e io devo condividerlo per forza con te.
Sono sicura che mi troverò ancora a parlarti di Barbie in futuro. Perché io adoravo giocare a Barbie. E mi piacerebbe anche ora ma è impossibile, o comunque sarebbe la cosa più difficile del mondo, avrebbe del grottesco. E mi chiedo genuinamente perché. Perché non mi posso mettere a quasi 40 anni con la mia Barbie di fronte a un’altra persona adulta con la sua Barbie e interpretare delle storie, delle identità, delle vite non nostre?
Cos’è che lo fa sembrare così sbagliato? Perché possiamo giocare a giochi di società e fingerci tycoon o ai videogiochi e imbracciare katane ma non possiamo esercitare la nostra immaginazione con le Barbie?
Anche da piccola le bambole in generale non godevano di grandissima considerazione. Sì, ce n’erano tante in giro però sembrava servissero solo a perpetrare stereotipi di genere. I Lego erano i giochi che stimolavano l’intelligenza, la plastilina la creatività. Le Barbie nulla.
E invece secondo me giocare a Barbie faceva bene. Io mi ricordo che inventavo storie, magari neanche troppo fantasiose, che credo mi abbiano un po’ educato all’empatia. E sono contenta di aver trovato almeno questo studio (che è stato commissionato da Barbie in persona quindi è parecchio di parte) che mi dà ragione.
Ora l’unica speranza è che mia nipote cresca in fretta così da poter giocare con lei a Barbie e usare la scusa di essere una zia paziente e premurosa.
Saluti
Questa newsletter è una velleità e una cosa seria insieme. Puoi dire a tutti che la leggi solo per esercitare il paradox mindset, non mi offendo.