Buon anno?
Questa newsletter è una mia velleità e le velleità quest’anno rientrano tra i buoni propositi.
Di solito i miei buoni propositi li stabilisco ad agosto in una telefonata delirante con un amico, mentre ciascuno di noi sta trascorrendo la fine delle vacanze con la propria famiglia di origine, lontano dalla quotidianità, dalle certezze e dalla routine.
Nel 2020 quest’appuntamento è saltato. Senza dirci nulla abbiamo evitato di condividere risoluzioni, incoraggiamenti e risate isteriche e il flusso o l’influsso dell’anno orrendo non è stato spezzato. Se mi chiedo come mai abbiamo saltato la tradizione non ho una risposta davvero chiara.
Sarà stata la stanchezza? Eravamo troppo provati da mesi di sconforto?
Oppure era semplicemente difficile immaginarci il futuro, anche quello più prossimo, al rientro dal liberi tutti estivo che già presagiva mesi infernali?
O forse non ne avevamo semplicemente voglia, sentendoci già molto in gamba per essere riusciti a resistere senza troppi danni a quell’incubo di giorni fermi, fragili, esposti?
Può anche darsi che fossimo banalmente contenti di aver trascorso delle vacanze, anche se come al solito spinose, con persone care e in luoghi che ci eravamo persino scordati esistessero, dopo l’incatenamento al divano dell’inverno trascorso.
Fatto sta che sono saltati. E io mi sento ora di rimediare. Anche perché sento che qualcosa sta scalpitando dentro, qualcosa a cui dare sfogo, che sia un buon proposito, un’esigenza di cambiamento o semplicemente un po’ di coraggio che sboccia.
Il consiglio prezioso
Prenditi per il naso: Per costringerti a prendere una buona abitudine impara a ingannarti. Ad esempio, se non ti ricordi mai di usare la crema corpo dopo la doccia, trovane una con un profumo di cui non puoi fare a meno.
Riflettevo
Per i miei buoni propositi ho deciso di seguire questo consiglio e partire da una riflessione sul 2020 prima di approdare a un’aspettativa sul 2021. Perché forse guardare alle prove che ho affrontato mi può dire grandi cose su di me e sugli strumenti che ho a disposizione per ripartire.
Il mio bilancio è “brava”. Non me lo dico quasi mai, perché non mi basta mai. Non mi basta il “brava” e non mi basta neanche quello che faccio per sentirmi dire “brava”. Ogni risultato che raggiungo è sempre seguito da un “avrei potuto fare di più”, “ora però devo fare questo”, “sì, ma in fondo chiunque sarebbe stato in grado”, “con le mie capacità questo risultato non vale nulla”.
E invece no, brava. Ho resistito in un momento di grande difficoltà, sono riuscita a non mandare a fanculo persone che me lo stavano quasi chiedendo per favore, ho dato vita a questa newsletter con annesso profilo Instagram (ho pochissimi follower, vieni a sostenermi, su), ho perso 4 chili nel periodo più sedentario della mia vita, ho seguito dei corsi e letto abbastanza. Brava, sì.
La cosa divertente di questi risultati è che non ne avevo inserito neanche uno nella mia lista di buoni propositi. Non avevo in progetto niente di tutto ciò. E ci ho pensato grazie a questo video in cui la stand-up comedian Robyn Schall ride (sull’orlo del pianto) rileggendo i suoi buoni propositi per il 2020 con un bicchiere di vino in mano.
Non solo, leggendo giusto adesso una lista di buone abitudini che dovrebbero condurre al successo, mi accorgo che le ho messe inconsapevolmente tutte in pratica. Ho ottenuto successo? No, ma sono sopravvissuta, sto bene e non sono mai stata così concentrata sul voler stare bene nella mia vita.
Come se fosse lunedì
Il proposito che ho rimandato la settimana scorsa
Devo respirare meglio, liberarmi da quello che mi opprime, affacciarmi sul nuovo con più coraggio, anche se fa paura.
Visto letto sentito 🙈🙉🙊
Ciao 2020
Non c’è altro che possa suggerire se non questo video.
Io non ne ho capito il senso ma penso sia la cosa più bella vista nelle ultime settimane. Si tratta di un programma russo che mi ha lasciato a bocca aperta. Quasi sotto ipnosi mi sono ritrovata con un milione di domande, che iniziano tutte con un perché.
Un’ora di sketch comici e canzoni in playback tutte in Italiano. Ti ripeto, è un programma russo. Tutto in Italiano. Una parodia con ambientazioni, costumi, musiche italiane, in Italiano. Una vera meraviglia che va guardata, riguardata, stoppata, poi ripresa.
Ragionaci su. Divertiti ma ragionaci su. È un fantastico rompicapo.
Pinkabbestia
Solo qualcosa di rosa
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Du spicci
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Guilty Pleasure
Un proposito che ho soddisfatto però nel 2020 c’è. L’anno scorso avevo deciso che per sentirmi più tranquilla avrei dovuto mettere da parte una certa cifra. Ho raggiunto la cifra e ora, invece di sentirmi più tranquilla, ho capito che quest’anno voglio eguagliarla o superarla. Non mi basta quindi, non mi basta mai. E vabbè, te l’ho già detto, funziono così.
Lo so, non si dovrebbe parlare di soldi, è volgare. E invece secondo me l’argomento può essere affrontato tranquillamente. L’importante è che non diventi un limite. E io sto proprio puntando a questo: a evitare che sia un limite. Del resto andiamo incontro a una situazione economica complessa e io non voglio privarmi dei miei sfizi, delle mie velleità, no? E quindi mi arrovello su come accumulare di più, su come risparmiare senza rinunciare a nulla.
Per mettermi già sulla buona strada a capodanno ho mangiato le lenticchie. Come ogni anno del resto. Per me è un passaggio imprescindibile: anche se sono piena, ciucca e stanca le lenticchie le devo mangiare e le deve mangiare anche Marito, che convinco facilmente iniziando a urlare SEI PAZZO SONO SOLDIIIIII rovinandogli la serata.
Ma tu lo sai da dove viene la tradizione delle lenticchie a capodanno?
Io no, o meglio ora sì. Me lo sono chiesta a vuoto un sacco di volte ma da quando c’è questa newsletter sono costretta a rispondermi quando mi chiedo le cose. Ed eccoci: sembra che nell’Antica Roma all’inizio dell’anno si usasse regalare un sacchettino di cuoio da legare in vita (la “scarsella”) pieno di lenticchie di buon auspicio. Da un lato le lenticchie erano un cibo di cui fare scorta durante l’inverno, dall’altro secondo il mito si sarebbero trasformate in monete durante l’anno. E la loro forma richiama proprio quella delle monete.
Ci sono molti altri alimenti che si mangiano a capodanno per il loro valore propiziatorio, dipende dalle zone geografiche: il maiale ad esempio o i fagioli neri o i noodles o le verdure verdi. Le verdure verdi te le spiego. Mi sembra che meritino e poi è semplicissimo: sono verdi come i dollaroni, ecco tutto.
E poi c’è invece la Pilea peperomioides, che non si mangia ma che ti cito perché mi è stata regalata da un’amica ed è comunemente nota come pianta delle monete. Io per ora sono riuscita a non ucciderla e a farla persino crescere. La trovo davvero adorabile e magari mi porta anche bene.
Saluti
Questa newsletter è una velleità che mi sta dando coraggio e voglia di novità. Inseriscila tra i tuoi buoni propositi di lettura perché porta bene!